Etichette A+++ nella refrigerazione, hanno ancora valore?

Fino a pochi anni fa, vedere l’etichetta A+++ su un frigorifero o su un banco refrigerato significava avere davanti un prodotto tra i più efficienti sul mercato.
In ambito domestico come in quello professionale, questa classificazione rappresentava un punto di riferimento per chi cercava tecnologie a basso consumo energetico e alte prestazioni.
Ma oggi, le cose sono cambiate: le etichette con i segni “+” non esistono più e il sistema di classificazione è stato completamente rivisto.
Tuttavia, comprendere cosa indicavano le vecchie etichette A+++, e cosa le ha sostituite, resta fondamentale per chi lavora nel mondo della refrigerazione o semplicemente vuole scegliere un impianto più efficiente.

La classificazione A+++ era parte di un sistema sviluppato per guidare i consumatori nella scelta di apparecchi a basso consumo.

Un frigorifero classificato A+++ consumava fino al 60% in meno rispetto a uno di classe A, offrendo una significativa riduzione dei costi energetici nel tempo.
Questo era particolarmente rilevante nei settori dove gli impianti frigoriferi lavorano 24 ore su 24, come nei supermercati, nei magazzini refrigerati o nella ristorazione.
In quei contesti, anche un piccolo miglioramento dell’efficienza può tradursi in un risparmio economico considerevole a fine anno.

La etichetta A+++ è ormai un concetto superato

Tuttavia, il sistema con le “plus” (A+, A++, A+++) ha finito per creare confusione.
Con il passare degli anni, quasi tutti i prodotti sul mercato rientravano in una fascia “alta”, rendendo difficile distinguere i modelli realmente più efficienti.

Per questo motivo, l’Unione Europea ha introdotto, nel 2021, un nuovo sistema di etichettatura energetica.

Il sistema attuale è molto più semplice: le classi vanno dalla A alla G, senza simboli aggiuntivi. La scala è anche più severa: prodotti che prima venivano classificati come A+++ oggi potrebbero trovarsi in classe B o addirittura C, non perché siano peggiori, ma perché i criteri sono stati resi più esigenti per stimolare ulteriori miglioramenti tecnologici.

Chi opera nella refrigerazione professionale ha dovuto adattarsi rapidamente a questo cambiamento. L’efficienza energetica, oggi, si misura con parametri ancora più precisi, e le nuove etichette indicano non solo la classe ma anche il consumo annuo in kWh, il livello di rumorosità e la capacità netta del prodotto. In pratica, si è passati da un sistema simbolico a uno molto più concreto e leggibile.

Nonostante le etichette A+++ siano state ufficialmente ritirate, il concetto che rappresentavano resta più attuale che mai.
In un’epoca in cui sostenibilità e ottimizzazione dei consumi sono al centro delle strategie aziendali, scegliere un sistema di refrigerazione efficiente significa non solo risparmiare energia, ma anche ridurre le emissioni e contribuire al rispetto delle normative ambientali.
Oggi, la differenza la fanno le soluzioni dotate di compressori inverter, i gas refrigeranti a basso impatto ambientale e i sistemi di controllo elettronico intelligenti che modulano la potenza in base al carico reale.

In conclusione, sebbene l’etichetta A+++ non venga più utilizzata, il suo significato rimane una pietra miliare nella storia della refrigerazione moderna.
Quando si valuta un impianto oggi, bisogna guardare oltre la lettera sulla nuova etichetta e analizzare attentamente i dati tecnici, perché l’efficienza reale non si misura solo con una sigla, ma con il modo in cui la tecnologia lavora nel tempo, giorno dopo giorno.

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